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Ad Ancona una “Dark kitchen” ibrida dove la pizza nasce dalla condivisione, cresce con la tecnologia e punta alla qualità replicabile

Come il forno serieT ha ispirato un business di successo   GEP, acronimo di Genuine Esposito’s Pizza nasce da un’intuizione, anzi da un momento particolare. «L’idea arriva da uno dei tre soci, i fratelli Esposito, in un periodo un po’ difficile per un’altra azienda del gruppo», ci racconta Luca Apolloni, General Manager «Hanno pensato di differenziare, portando le competenze maturate in dieci anni di commercio dentro un nuovo progetto. E da buoni napoletani… cosa potevano scegliere, se non la pizza?»   L’obiettivo iniziale era chiaro: creare un prodotto di qualità, ma con una gestione più moderna. Un’analisi dei trend nel mondo food e un’osservazione molto semplice «abbiamo sempre meno tempo e sempre meno persone disposte a fare un lavoro di sacrificio come quello del pizzaiolo»; così è scattata la scintilla.Nasce ad Ancona nel 2024 il laboratorio GEP, dedicato alla produzione di basi precotte, destinate sia all’ingrosso che al dettaglio. Poi arriva la domanda naturale: perché non condirle?È il passo che fa decollare la divisione retail, oggi al centro dell’evoluzione del marchio.   Un format che guarda al futuro con la massima possibilità di personalizzazione   Il punto vendita in cui ci troviamo è piccolo, 28 metri quadrati, ma sorprendente nei numeri: «Siamo riusciti a fare più di 300 pizze in un sabato, in tre persone più un addetto alle consegne». Il merito è dell’organizzazione, ma anche del modello scelto: una dark kitchen ibrida ispirata al Nord Europa. Il cliente non entra: ordina da app o da un chiosco esterno che affaccia sulla strada. Lì trova tutto il menu, con un’attenzione particolare alla personalizzazione:«Ogni pizza può essere modificata, aggiungendo o togliendo ingredienti. Massima customizzazione.» Una volta ricevuto l’ordine, i monitor di cucina scandiscono tempi e flussi. Tutto è digitalizzato: niente biglietti, niente errori di trascrizione. «Abbiamo tagliato tutti i tempi morti. Prepariamo più prodotti, in meno tempo e con meno sforzo.» La produzione giornaliera del laboratorio parla chiaro: una media di 800 basi prodotte al giorno, sempre in tre persone.   La scelta del forno: costanza, replicabilità e zero margine d’errore   Se il modello imprenditoriale del brand richiede standard elevati, il forno diventa un elemento essenziale.Si sono affidati fin da subito ai forni a nastro serieT: nel punto vendita un serieT T64E e un TT96E, mentre nel laboratorio due serieT TT98E e il nuovo T65E. Inizialmente conosciuti attraverso esperienze pregresse: «Avevo usato serieP e serieS, ma un forno a nastro così non lo avevo mai visto. Dopo una Moretti Xperience, sono rimasto sbalordito dalla qualità del prodotto che veniva preparato. Perché non provarlo?»   Il risultato conferma l’intuizione:«La cottura è sempre uniforme. Non c’è l’errore umano: il forno cuoce costantemente, inizia e finisce quando glielo dico io. Ogni prodotto esce uguale al precedente.» Nei punti vendita la replicabilità è fondamentale:«Vogliamo la stessa identica cottura ad Ancona, in Toscana o ovunque apriremo. serieT ci garantisce proprio questo.» La tecnologia aggiunge controllo e serenità:«Quando non sono in laboratorio, vedo tutto dall’app (SmartBaking App): che programma stanno usando, come cuoce il forno, i consumi. Posso impostare programmi diversi per ogni impasto e formato.» Anche nella formazione del personale il forno fa la sua parte:«È totalmente personalizzabile. L’operatore sceglie il programma, conferma, e il forno fa tutto da solo. È intuitivo, veloce e segnala quando raggiunge la temperatura. Aiuta tantissimo.»   Quando chiediamo di descriverlo in tre parole, la risposta è immediata:«Uniforme, efficace, facile.»   Una pizza per tutti: la visione che unisce   La filosofia di GEP ruota intorno alla condivisione.«La pizza nasce per stare insieme. Volevamo che chiunque potesse mangiare da noi», spiegano. Per questo, accanto all’impasto classico, ci sono il senza glutine, prodotto su un serieT TT98E dedicato, il low carb, e vari formati che incontrano gusti diversi: dalla tonda classica alla baciata, «la pizza chiusa con i due lembi che si toccano». Sui topping, resta salda la preferenza degli italiani: «La Margherita vince sempre. Subito dopo, la nostra Carbonara, che è uno dei prodotti più amati.»   Tra e-commerce, retail e futuro del brand   GEP oggi vende fisicamente ad Ancona e in Toscana a Figline e Incisa Valdarno (FI); inoltre ha il suo store digitale online, ma con una riflessione interessante:«Credo che sarà il retail fisico ad aiutare l’e-commerce, non il contrario. Più cresce la percezione del brand, più l’online potrà beneficiarne.»   Il progetto continua a evolvere, tra punti vendita, laboratorio e un concept basato su tecnologia e qualità replicabile.E un consiglio per chi vuole seguire la stessa strada c’è:«Mai fermarsi allo standard. Il mondo della ristorazione può toccare nuovi orizzonti. Possiamo sempre alzare l’asticella delle nostre prospettive.»

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“Degusto” e “Aromi”: in Umbria la passione per la pizza contemporanea incontra la forza di Neapolis

Degusto nasce a Umbertide nel 2018 da un’intuizione di Alessandro Amico e sua moglie Romina, che all’epoca lavoravano nel settore sociale. La passione crescente per i lievitati li ha portati a cambiare completamente vita e scegliere due forni Neapolis 9 per il loro primo locale. Solo qualche anno dopo questa apertura, nell’estate 2024, arriva Aromi a Bastia Umbra, una naturale estensione estiva del progetto pizzeria per il quale si sono affidati nuovamente a Neapolis 9 dopo aver provato per anni le sue performance. L’obiettivo è rimasto sempre lo stesso: proporre una pizza che abbia radici nella tradizione, ma che guardi avanti, con topping ricercati, materie prime di livello e una cura per i dettagli che definisce il loro stile.   Questa visione ha portato risultati importanti: selezione in “Migliori pizzerie del 2025” per Dissapore e Garage Pizza, “Pizzerie Eccellenti” della guida 50 Top Pizza 2025 e, di recente, due Spicchi per Gambero Rosso.     «Puntiamo a un prodotto davvero di qualità ricercata, ma restiamo un locale alla portata di tutti», raccontano. «Non vogliamo essere un locale sostenuto, ma un posto informale e friendly, dove ci si sente accolti.»La clientela riflette questa filosofia: famiglie, giovani, gruppi di amici. Un pubblico vario che cerca un ambiente avvolgente, con un prodotto di livello alto.   Nei weekend, il banco di lavoro accelera: il sabato si sfornano dalle 300 alle 450 pizze, e nei tre giorni si arriva facilmente a quota 700–800 pizze. Numeri che richiedono organizzazione, precisione e attrezzature affidabili.   La scelta di Neapolis: una decisione ragionata   Prima di acquistare il forno, Alessandro e Romina hanno viaggiato per osservare da vicino il lavoro di altre pizzerie che già utilizzavano Neapolis. «Ci siamo documentati molto. Siamo andati in altre pizzerie per testare di persona il forno e vedere come reagiva in locali con grandi volumi.» La conclusione è arrivata dal confronto diretto: «Neapolis è stato il forno che ci è sembrato più congruo per la nostra tipologia di prodotto. L’unico elettrico che ci garantisse davvero costanza e qualità anche sotto stress.» Il motivo è semplice: «Lavoriamo a temperature molto alte, sopra i 440°C. Per noi la stabilità è fondamentale. Neapolis perde al massimo due o tre gradi, anche nei momenti di punta. È preciso, costante… praticamente inarrestabile.»   La gestione quotidiana del forno è un altro punto di forza. «All’inizio può sembrare particolare, ma la sua filosofia è semplice: meno tocchi le pizze, meglio lavora. La cottura è uniforme ad ogni infornata. Non c’è bisogno di girarle.»E c’è un dettaglio che sorprende chiunque lo provi: «È facilissimo da pulire. La sera lo chiudiamo e si autopulisce.»   A cambiare è stato anche il benessere degli operatori. «Qui a Degusto con due Neapolis accesi, la sala non si surriscalda. La coibentazione è davvero efficace e il calore disperso è minimo, e il clima del locale rimane confortevole per tutti.»   Sul fronte dei consumi, la differenza è netta: «Rispetto al forno che avevamo prima, i consumi si sono praticamente dimezzati.» e sulla comodità Alessandro ci risponde: «Con l’app SmartBaking controllo i forni a distanza, anche da 300 chilometri. Imposto timer, verifico le temperature, guardo come stanno lavorando i forni nell’altro locale. È una comodità enorme.»   Impasti, topping e un’identità costruita nel tempo   L’impasto attuale è il risultato di cinque anni di prove e aggiustamenti. «All’inizio il prodotto cambiava anche nell’arco della stessa giornata. Ora abbiamo stabilità totale: la pizza è sempre uguale.» È una napoletana moderna, friabile fuori, morbida e scioglievole, con un profilo aromatico definito.   Per i topping la filosofia resta semplice: materie prime di livello, dall’Italia e non solo. «Usiamo bufala campana, burrata di Andria, ma ci piace anche giocare con ingredienti come il Blue Stilton o la carne giapponese.» Accanto alla ricerca c’è anche la memoria, come nella pizza Antichi Sapori, ispirata al piatto della domenica: «Un brasato cotto nel Sagrantino, una crema di patate che richiama il purè e una riduzione di Merlot.»   Tra le più richieste: Umami d’Autunno, Spicy Boom, Viola in Fonduta ed Essenza di Pomodoro, che lavora su diverse consistenze dello stesso ingrediente.   Una visione chiara   A chi vuole aprire oggi una pizzeria di qualità, il consiglio è diretto: «Non risparmiate su tecnologia e attrezzature. Ci aiutano, ci fanno risparmiare e sono indispensabili per mantenere la qualità.» Quando chiediamo di descrivere Neapolis in tre parole, la risposta arriva immediata: «Preciso, costante, instancabile. Non si ferma mai.»

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Moretti Forni investe nei talenti del futuro: la quinta edizione di “Learn And Bake” dedicata alla pizzeria

30 giovani studenti/esse al MorettiLAB per comprendere l’importanza della cotturaSi è conclusa la prima settimana del corso “Learn and Bake”, il progetto formativo ideato da Moretti Forni per investire nelle nuove generazioni e creare un ponte concreto tra il mondo della scuola e quello del lavoro. Giunta alla quinta edizione, l’iniziativa ha ampliato quest’anno il numero dei partecipanti e, per la prima volta, ha dedicato l’intero percorso formativo al mondo della pizzeria.   “Mi è piaciuto particolarmente questo corso perché abbiamo fatto tantissime preparazioni istruttive e formative.” Greta, Ist. Alberghiero Einstein-Nebbia, Loreto (AN)    Sono infatti 30 giovani studenti e studentesse del quinto anno provenienti dagli Istituti Alberghieri di tutta Italia, suddivisi in due gruppi, ad essere coinvolti in un percorso di alta formazione sulla gestione e la conoscenza del calore perfetto, grazie alla docenza di grandi Maestri del settore e all’utilizzo delle tecnologie all’avanguardia sviluppate da Moretti Forni.   “Se dovessi descrivere il corso Learn and Bake in tre parole, sceglierei: collettività, divertimento e calore.”Matteo, IISS “G. Greggiati”, Poggio Rusco - Mantova   I docenti di questa nuova edizione sono gli Ambasciatori del Gusto e spicchiati Gambero Rosso Renato Bosco e Pierangelo Chifari, il pizza chef e influencer Alessandro Scuderi e il 2 spicchi Leonardo Rocchetti, affiancati dai corporate chef Moretti Forni.   “Durante il corso Learn And Bake mi si è aperto un mondo; ho visto come la cottura sia una fase veramente fondamentale...” Catalina, IPSSAR “Santa Marta” di Pesaro   Il progetto ha previsto un investimento complessivo di 110.000 euro da parte dell’azienda, a copertura di un corso intensivo di oltre 30 ore tra teoria e pratica, con la fornitura di materiale didattico e ospitalità completa per tutti i partecipanti.A conclusione della prima settimana di corso erano presenti il CEO Mario Moretti, la sindaca di Mondolfo (PU) Alice Andreoni, gli Ambasciatori del Gusto Pierangelo Chifari, Corrado Scaglione e Cesare Battisti e i docenti di cucina, Prof. Davide Linfante (Alberghiero Santa Marta, Pesaro), Prof. Roberto Dormicchi (Alberghiero di Piobbico), Prof. Gilberto Ombrosi (Alberghiero di Loreto).Durante l’incontro è emerso come Learn And Bake rappresenti un punto d’incontro tra formazione e impresa, offrendo ai giovani un’importante occasione di crescita e di contatto diretto con il mondo del lavoro.È stato ribadito il valore della cottura come passaggio fondamentale nel processo produttivo e nella cultura gastronomica, insieme all’importanza di una formazione continua che coinvolge aziende, docenti e istituzioni, con il ruolo cruciale degli Istituti Alberghieri nel formare le nuove generazioni, valorizzandone talento, curiosità e passione.Gli ospiti hanno evidenziato come la figura del pizza chef sia oggi una professione qualificata e centrale nella valorizzazione del Made in Italy.     I corsi sono patrocinati dall’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto.

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Café Grensen: la pizza firmata Neapolis nel cuore di Oslo

Nel centro della capitale norvegese, tra il profumo del pane appena sfornato e il tintinnio dei bicchieri, c’è un luogo che è stato capace di trasformare un semplice caffè in un’esperienza originale.Si chiama Café Grensen e a guidarlo è Waldemar Jahnsen, un appassionato di fermentazione, impasti e convivialità.Qui la pizza è un gesto quotidiano di accoglienza, un linguaggio universale che unisce.   Una caffetteria senza troppe sovrastrutture, ma con un’anima ben precisa «Café Grensen è, in un certo senso, una caffetteria continentale», racconta Waldemar con un sorriso.«Non abbiamo un concetto preciso, e forse è proprio questo il nostro segreto. Vogliamo solo che la gente si senta bene, che torni perché qui si sta bene.» Ispirato alla cultura dei caffè europei, Grensen è un rifugio caldo e informale, dove tutto ruota intorno al buon cibo e al tempo ben speso.Pane, dolci, pizza napoletana a lunga maturazione: ogni creazione nasce da fermentazioni lente e rispettose, che regalano profumi e consistenze inconfondibili.   Tutto viene prodotto dal forno Neapolis Prima ancora di parlare di menù, Waldemar ci porta davanti al suo orgoglio: Neapolis. «Questa azienda è stata la prima a creare un forno elettrico capace di raggiungere temperature altissime con una stabilità del calore straordinaria.Il Neapolis ci dà risultati costanti, ogni volta. È potente ma preciso, e ci permette di avere il pieno controllo sulla cottura.» Ma non è solo questione di performance.«Ha un design che si sposa perfettamente con noi. Siamo un locale retrò, ma con il cuore nel presente. Il forno oltre lavorare alla perfezione, deve trasmettere emozioni e familiarità. E Neapolis lo fa!»   La pizza come linguaggio universale Alla base del menù c’è un concetto semplice: la pizza come momento di condivisione.«È qualcosa che mette tutti d’accordo, dai bambini ai nonni. È inclusiva, conviviale. La condividi, la assaggi, la vivi insieme agli altri.» La più amata è la Diavola, con salame calabrese e impasto leggero.Accanto alle pizze, piccoli piatti, salumi e formaggi da condividere.   La trinità perfetta Quando gli chiediamo di riassumere l’essenza del locale, Waldemar risponde senza esitazione:«Impasto, pomodoro e calore. Con i pomodori italiani, la fermentazione lunga del nostro impasto e il forno Neapolis, abbiamo tutto ciò che serve per una pizza perfetta.»

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HOST Milano 2025: l’esperienza Moretti Forni più evoluta di sempre

A Fiera Milano, dal 17 al 21 ottobre 2025 | Pad. 5 | Stand E03 E09 F04 F10 HOST Milano rappresenta da sempre per Moretti Forni uno dei principali palcoscenici internazionali per presentare le innovazioni destinate a riscrivere i processi della cottura professionale. L’edizione 2025 non farà eccezione: nello spazio espositivo i visitatori troveranno un concentrato di tecnologia, ricerca, design e futuro. Al centro dell’attenzione a HOST ci sarà serieT T65E, l’ultima evoluzione dei forni a tunnel. Con il nuovo nastro da 50 cm, questo modello risponde alla richiesta di cottura di pizze in stile New York: alta produttività ed efficienza, con tempi di cottura dimezzati ma conservando sempre la qualità artigianale e costante. Accanto a questa novità debutterà VISION, un sistema di intelligenza artificiale applicato ai forni serieT in grado di riconoscere automaticamente il prodotto in ingresso e adattare i parametri di cottura in base alle condizioni di partenza (fresco, precotto, refrigerato o surgelato). VISION è un’innovazione studiata su misura per ogni singolo business che permetterà di sfruttare automaticamente tutto il potenziale del forno in base alla produzione specifica. Una tecnologia che riduce al minimo l’intervento umano, assicurando qualità replicabile e continuità operativa, soluzione perfetta per catene e laboratori ad alta produzione. Nello spazio di Moretti Forni tutto ruoterà attorno al Refining®, l’esclusivo metodo che consente di suddividere il ciclo di cottura in due momenti distinti e distanti nel tempo. In questo modo è possibile produrre basi precotte da completare al momento del servizio, con la certezza di offrire un prodotto con la stessa qualità di quello appena sfornato da fresco. Un modello ideale per realtà strutturate e in espansione che puntano a garantire qualità costante su larga scala. Ogni giorno, dalle 11 alle 17, ogni ora e mezza, ci saranno gli show “EASY, FAST, GOOD”, appuntamenti specifici sul Refining® per scoprire tutte le sue potenzialità e possibili applicazioni con demo dal vivo. All’interno dello stand i visitatori potranno apprezzare e vedere in azione l’intera gamma di forni dell’azienda. Fare qualità in modo efficiente e sostenibile è la sfida dell’Industria 5.0 di Moretti Forni che risponde con forni intelligenti che semplificano il lavoro, garantendo controllo, automazione e continuità. Algoritmi e gestione energetica autonoma riducono sprechi e pause, mentre un ecosistema di funzioni segue ogni fase, dalla precottura al Refining®. La tecnologia diventa un alleato concreto per locali, catene e laboratori: risultati replicabili, processi snelli e alta produzione con la migliore qualità.   📍 Pad. 5 | Stand E03 E09 F04 F1017-21 ottobre 2025 – Fiera Milano

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Moretti Forni Main Sponsor di Ischia Safari 2025

Moretti Forni Main Sponsor di Ischia Safari 2025Moretti Forni si prepara a vivere da protagonista Ischia Safari 2025, quest’anno in veste di MainSponsor. Un appuntamento speciale che unisce cultura enogastronomica, innovazione e solidarietà,l’occasione ideale per ribadire il proprio impegno accanto ai professionisti del gusto. Il percorso inizierà in una delle ambientazioni più suggestive dell’isola, il ristorante Sporting deL’Albergo della Regina Isabella, dove prenderà vita il 21 settembre la Charity Dinner. Una seratasolidale di gala che vedrà grandi chef stellati, dai Fratelli Cerea a Nino Di Costanzo, collaborare allacreazione di un menù d’autore, con il supporto del forno Neapolis. La giornata di lunedì 22 settembre si aprirà con il brunch di networking, un momento di dialogo econfronto tra chef, giornalisti e stakeholder del settore. In questo contesto Tommaso Foglia, pastrychef dell’anno 2022 per la Guida Michelin, giudice dei programmi televisivi Bake Off Italia e Cake Star,e oggi tra i protagonisti più brillanti della pasticceria italiana, presenterà una creazione esclusiva: PalaRomana arricchita da sospensione di albicocche in gelatina e bacche disidratate. Foglia, che nel suo laboratorio utilizza quotidianamente le tecnologie Moretti Forni con serieS, serieFe serieR per la produzione di tutte le sue specialità, proporrà la Pala Romana utilizzando il fornoCORE, compatto e versatile, dotato dell’innovativa Condecktion® Technology, capace di velocizzareil processo di Refining®, ossia la possibilità di suddividere il ciclo di cottura in due fasi separate neltempo, così da ottenere basi precotte da finire al momento del servizio, garantendo la stessa qualitàdel prodotto appena sfornato, come da fresco. La giornata culminerà con la celebre Festa al parco Negombo, nella splendida baia di San Montano.Qui saranno presenti i forni: Neapolis, serieS e serieX che affiancheranno i protagonisti della pizzaitaliana che raggiungeranno l’isola per l’occasione. Con oltre duecento professionisti tra chef, pizza e pastry chef, Ischia Safari si conferma un palcoscenicogastronomico unico. Moretti Forni ci sarà, con la stessa passione e dedizione che da sempre dedicaai professionisti della ristorazione.

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Silvia Ciccolini conquista Fabriano con la sua pizza piena di personalità

Cicci Pizzeria: un percorso fatto di ricerca, visione e la cottura perfetta di Neapolis   Nel centro di Fabriano, tra le vie di una città che ha fatto della tradizione una virtù, ha preso forma un progetto che nasce da una necessità viscerale: condividere una passione. È così che Silvia Ciccolini ha dato vita a Cicci Pizzeria, un locale dove la pizza diventa ricerca e visione. Il percorso di Silvia comincia quasi per caso, a 19 anni, in una pizzeria al taglio vicino casa. «Conoscevo le ragazze che lavoravano lì, e ho iniziato un po’ per scherzo». Dopo 10 anni in quello stesso locale, arriva una svolta: la Francia. «Nel 2019 parto per la Francia. Mi metto alla prova proprio nella ristorazione: cucina, pizzeria… tutto in un’altra lingua». Un’esperienza che la forma profondamente: «Ho conosciuto tantissime persone, culture diverse. Ho sempre pensato che da tutti si può imparare qualcosa». Dopo tre anni e mezzo tra i ristoranti francesi, Silvia torna a Fabriano e prende una decisione: aprire un posto tutto suo. Così a settembre 2024 nasce Cicci Pizzeria. «Ho studiato questo impasto da sola. Nove mesi di prove su prove, fino ad arrivare a questo prodotto. È quello che volevo: una pizza digeribile. E soprattutto sfatare il mito che la pizza è il pasto libero: puoi mangiarla e stare bene comunque.» La scoperta di Neapolis: amore a prima vista La scelta del forno arriva dopo varie esperienze: «Eravamo partiti con l’idea del serieS di Moretti Forni, che utilizzavo già in Francia, poi ho mangiato una pizza in un locale cotta su Neapolis. Non sapevo che forno fosse. Ho chiamato il pizza chef e mi ha accompagnato in cucina e me l’ha fatto vedere. Lì me ne sono innamorata». Chiediamo a Silvia come Neapolis si comporta con la sua pizza: «Il mio impasto risulta veramente croccante, digeribile. La temperatura non si abbassa mai: riesco a fare un servizio con un calore sempre costante». Anche per chi è alle prime armi, Neapolis è facile da gestire: «Il ragazzo che lavora con me non aveva mai fatto pizza prima. Dopo pochi giorni si è trovato benissimo. Non c’è bisogno di girare la pizza, come con altri forni». Una pizza personale con una cottura cronometrata Silvia definisce il suo impasto come “la mia pizza”. Non segue la scuola napoletana né quella contemporanea. «Ha un’idratazione del 73%, circa 48 ore di lievitazione, di cui 24 in biga. Abbiamo lavorato sulla scioglievolezza: volevo un prodotto che si sciogliesse in bocca, che non ci fosse quasi bisogno di masticarlo». La cottura avviene a 380 °C per tre minuti e mezzo. Precisi. «Siamo pignoli. Cronometrati. Con questa cottura otteniamo una pizza che non si affloscia: lo spicchio deve stare in piedi.»   Silvia lo ammette: «Io ho aperto dicendo che non avrei fatto pizza gourmet. Inevitabilmente mi ci sono trovata, perché lavorando con ingredienti freschi, facendo tutto noi, creme comprese, siamo diventati gourmet.» Cicci Pizzeria cambia menù regolarmente e non si accontenta delle solite combinazioni. «Mi piace rompere un po’ le regole, fare abbinamenti azzardati. Ma sempre studiati. Il cliente risponde bene, cerca qualcosa di diverso.» Tra le pizze più amate sono “La Cicci”: mozzarella, prosciutto crudo di Parma, marmellata di fichi al ginepro, gorgonzola e crumble di taralli. Quella con alici di Lampedusa, grandi e carnose, su base di pomodoro giallo, stracciatella, olive Riviera e origano. E infine, la “A pesca di spada”: fiordilatte, pesca noce, carpaccio di pesce spada, insalata riccia e citronette. Neapolis, utilizzato anche fuori dal servizio Neapolis accompagna Silvia anche nella gestione quotidiana, fuori dagli orari di servizio: «Uso la modalità Eco (EcoStandby™) quando i tempi si allungano tra un servizio e l’altro. E la mattina, a forno spento, cuocio i pomodorini, le zucchine… rimane a 200-250 °C e posso lavorare. Poi lo accendo e parto con la pizza.» E a livello di rapidità nel raggiungere i settaggi di cottura? «Arriva a temperatura in poco tempo. Se lo accendo la mattina, anche in un’ora siamo pronti.» Obiettivo: lo spicchio Gambero Rosso Il prossimo obiettivo è chiaro: «Lo spicchio del Gambero Rosso. Ci stiamo lavorando con tutta l’energia possibile. La proposta è solida, ora stiamo puntando su un servizio eccellente: deve esserci equilibrio tra sala e cucina.» E per chi sogna di aprire una pizzeria? Silvia è diretta: «Niente fretta. Fare esperienza, conoscere i forni e mettersi in gioco. Capire davvero cosa si vuole fare, e scegliere l’attrezzatura che serve a realizzarlo. Consiglio di fare le Moretti Xperience. Io sapevo che pizza volevo fare, e queste mi hanno aiutata a trovare il forno giusto.» Un nome, un’identità Cicci è il soprannome di Silvia da oltre 16 anni. «Tutti avrebbero detto “andiamo da Cicci”, quindi tanto valeva chiamarla così.» Oggi è un marchio riconoscibile, quasi un’estensione della sua personalità: autentica, determinata, instancabilmente appassionata. In questo angolo di Fabriano, Silvia ha trovato il forno che valorizza il suo impasto e con Neapolis ha costruito un equilibrio perfetto tra precisione e libertà creativa.

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Parco Manzoni, a Cesenatico, sceglie serieS per dare forma alla sua filosofia gastronomica

Nel cuore di Cesenatico, tra la pineta e la vita di quartiere, esiste un luogo che ha trasformato un’area dimenticata in una destinazione gastronomica riconoscibile e concreta.È Parco Manzoni, un progetto nato tre anni fa con un’idea precisa: creare uno spazio aperto, accessibile, in cui relax, natura e cucina trovino un punto d’incontro autentico.   Il locale è gestito da Marica Nardiello e Dino Stanescu, mentre la creatività degli impasti è affidata al pizza chef Andrea Bertozzi, che ha saputo costruire un’identità riconoscibile con la sua pizza.Leggermente dislocato rispetto ai flussi turistici stagionali, Parco Manzoni si è costruito una reputazione solida, grazie a una proposta che unisce ingredienti stagionali, attenzione per il territorio e un formato gastronomico capace di parlare a tutti: famiglie, giovani, residenti e villeggianti.   La scelta della tecnologia: il forno serieS   Quando l’idea di Parco Manzoni ha preso forma, anche la scelta delle attrezzature è diventata parte integrante del progetto. serieS si è dimostrata la soluzione capace di rispondere a esigenze operative diverse e complesse. «Eravamo alla ricerca di un forno pratico», spiega Dino, «che andasse bene per il nostro limite di spazi e che potesse inglobare una versatilità per la cottura di più prodotti in quanto volevamo dare una scelta più varia, al di là di quella che è la pizza classica, proponendo anche panificati, e in un futuro riuscire a fare anche dei panettoni. Questa tipologia di forno, a mio avviso, era l’unico che ci poteva permettere di fare ciò.» La configurazione scelta, due camere Fastbake e una Pastrybake con vaporiera, consente nella proposta di menù una produzione ampia e organizzata: dalla pizza classica alla pala romana, fino al pane e ai topping. Oltre alla praticità, è stata determinante anche l’efficienza energetica: «Siamo in un parco, in una pineta, ci piaceva anche il discorso dei bassi consumi. Ha delle funzionalità di efficienza come lo standby (Eco-Standby™), e una volta che arriva a temperatura, consuma pochissimo.»   Semplicità d’uso e prestazioni affidabili Uno degli aspetti più apprezzati dal team di Parco Manzoni è la facilità di utilizzo del forno: «Fino a ieri ero responsabile della sala e da poco mi sono prestato alla pizzeria», racconta Dino.«Se riesco a gestirlo io, penso che una qualsiasi persona sia in grado di farlo. È molto semplice da utilizzare. Una volta trovata la giusta temperatura per il prodotto che si vuole proporre, basta impostarlo e lui fa il resto.» Anche la tecnologia integrata viene sfruttata: “Puoi collegarti con il telefono (tramite Smartbaking® App), accenderlo a distanza, regolare orari, decidere i vari programmi.” Un impasto che rispetta la tecnica, una pizza pensata per il territorio «La versatilità del forno è molto utile: nello stesso momento riusciamo a fare la pala romana e la nostre proposta di pizze, che hanno temperature diverse. Se avessimo una sola camera, sarebbe molto più faticoso.» L’identità di Parco Manzoni passa anche dal prodotto: una pizza che nasce da impasto indiretto con biga, idratazione al 64%, 48 ore di fermentazione, per garantire digeribilità e leggerezza. Il risultato è un prodotto che unisce croccantezza e volume, pensato soprattutto per il pubblico locale. «Lavoriamo soprattutto con la gente del luogo», spiega Dino.«Abbiamo cercato di fare un prodotto ibrido, che soddisfi un po’ tutti i palati. È una pizza abbastanza grande. Ha un cornicione accentuato, ma resta croccante” Tra i prodotti più amati c’è “L’indecisa”: mozzarella fior di latte, funghi freschi, salsiccia, rucola, pomodorini semi-dry, scaglie di grana e “La Romagna”: una schiacciata senza pomodoro né mozzarella, farcita con crudo di Parma 24 mesi, squacquerone e rucola, omaggio diretto alla piadina. «…i nostri clienti appena arrivano a colazione sentono il profumo del pane», racconta Dino. Anche gli hamburger sono artigianali: il bun, viene impastato e cotto internamente, proprio come il pane fresco del mattino, che ogni giorno accoglie i clienti con un profumo avvolgente e invitante, rendendolo il primo segnale di ospitalità al loro arrivo. serieS si è rivelato il partner ideale anche per chi, come Dino, ha iniziato da poco a gestire il forno. «È intuitivo, facile da programmare. La funzione booster (Power-Booster™), ad esempio, la usiamo quando ci sono tante infornate. Ti permette di riprendere temperatura in pochissimo tempo. E con il Delta-Power puoi aumentare la potenza sulle resistenze vicino alla bocca del forno per mantenere la cottura dei prodotti omogenea.»   Uno sguardo al futuro: laboratorio e distribuzione artigianale Parco Manzoni guarda avanti. Il prossimo obiettivo? Creare un laboratorio che possa produrre pane e semilavorati da fornire ad altre realtà locali. «Molti clienti, tra cui ristoratori e operatori balneari, ci chiedono di poter usare i nostri prodotti. Vogliamo rispondere a questa richiesta, restando coerenti con la nostra qualità.» Chiediamo a Dino un messaggio per i giovani che vogliono avviare un’attività simile: «Consiglio di guardare bene i propri obiettivi e scegliere l’attrezzatura in base a quello che si vuole creare. Non copiare quello che si vede online. Bisogna fare le cose a modo proprio, secondo le proprie potenzialità. Le scelte vanno fatte su misura.»

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